Le bonifiche
Il procedimento di bonifica e risanamento di siti contaminati implica l’attuazione di una serie di azioni e interventi mirati a eliminare le sostanze nocive presenti nel terreno, nel sottosuolo e nelle acque sotterranee o, qualora ciò non sia praticabile, a ridurne le concentrazioni in modo tale da non costituire un pericolo per la salute umana e l’ecosistema circostante. Lo scopo ultimo di tali operazioni di risanamento è quindi quello di preservare l’ambiente e la salute pubblica, consentendo contemporaneamente il recupero e il riuso di aree precedentemente compromesse. È evidente come le attività di risanamento rivestano un ruolo cruciale nel contesto della pianificazione del territorio.
Gli interventi possono essere suddivisi in due grandi macrocategorie:
- Interventi in-situ: movimentazione e rimozione dei materiali e del terreno contaminato, con successivo ripristino dell’area al fine del suo riutilizzo;
- Interventi ex-situ: movimentazione e rimozione dei materiali e del terreno contaminato al di fuori del sito stesso, per il trattamento in impianti autorizzati o per lo smaltimento in discarica.
Il processo di caratterizzazione ambientale per un sito potenzialmente contaminato si articola nelle seguenti fasi:
- Raccolta dei dati preesistenti e sviluppo di un modello concettuale preliminare;
- Elaborazione del piano di indagine iniziale, che include indagini, campionamenti e analisi sul campo e in laboratorio;
- Analisi dei risultati e sviluppo di un modello concettuale definitivo.
In particolare, il prelievo di campioni di terreno e acqua sotterranea e le relative analisi chimiche rivestono un ruolo fondamentale nella valutazione dello stato di contaminazione di un sito. La normativa attuale infatti richiede che ogni campione sia diviso in due parti, una destinata all’analisi da parte di enti privati e l’altra conservata e resa disponibile all’ente di controllo.
Nel prelievo dei campioni di terreno, è necessario seguire due criteri:
- Rappresentare le concentrazioni delle sostanze inquinanti per strati omogenei dal punto di vista geologico;
- Prelevare separatamente i materiali che mostrano segni di inquinamento se lo strato supera i 50 cm di spessore.
Sulla base di questi criteri, da ogni sondaggio devono essere estratti almeno tre campioni distinti:
- Campione 1: dal livello del suolo a -1 metro;
- Campione 2: a 1 metro di profondità;
- Campione 3: a 1 metro di profondità, nella zona intermedia tra i due campioni precedenti.
Alla ricezione della Centrale Operativa di una potenziale bonifica ambientale da effettuare, il referente in loco si coordina con il responsabile civile ed il proprietario del terreno (che sia un privato e/o una Pubblica Amministrazione).
Il referente della sede centrale preposto attiverà la procedura di Messa In Sicurezza Emergenziale.
Entro 24 ore dalla ricezione della chiamata, sempre dal preposto viene effettuata la denuncia all'Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale (ARPA) per comunicare l'inizio dell'intervento di bonifica.
Si procede con la vera e propria operatività d'intervento, che include il prelievo di campioni, la loro successiva analisi presso strutture in possesso di macchinari specifici ed all'avanguardia.
Una volta completata la bonifica ambientale ed ottenuti risultati positivi dalle analisi, viene comunicata la fine del processo alla stessa ARPA.



